Non solo coriandoli – Il valore pedagogico del Carnevale

Il Carnevale, che in questi giorni ha colorato e animato le nostre scuole, è da sempre un’ottima occasione per lavorare coi bambini su diverse tematiche educative, lasciandosi guidare dall’imperativo che da sempre accompagna questa festa:IL DIVERTIMENTO.

Quel divertire che deriva dal latino “de-vertere” e che ci sprona a “volgere altrove e a deviare” e che incita ad uscire dai binari, rompere gli schemi e azzardare un po’.

Ed è cosi che le nostre classi si sono riempite di fatine e poliziotti, mostriciattoli, animali e travestimenti di ogni genere, colore e misura pronti a dare il benvenuto al Carnevale: festa della trasgressione per eccellenza.

Da sempre infatti il carnevale autorizza bambini e adulti ad una “sana trasgressione delle regole”, una trasgressione modulata dentro una parentesi fatta di eccezioni che permettono di invertir gerarchie, di far pernacchie e versacci, lanciando ( magari in faccia o nei colletti) coriandoli ad amici, insegnanti e perfino agli sconosciuti; una festa che permette di correre ed urlare per  classi e piazze, che abbassa muri e barriere, lasciando spazio alla libertà e alla creatività di ognuno e spronando anche i più timidi a “buttar fuori” e osar  di più…

Il carnevale è anche occasione per lavorare sul significato delle REGOLE e delle loro ECCEZIONI, sulla possibilità di sospenderle per poi ripristinarle più solide e chiare di prima, senza per questo sentirsi delegittimati nei propri ruoli o temer la messa in discussione delle regole stesse.

TRAVESTIRSI diventa anche l’occasione per lavorar sulla propria IMMAGINE che può cambiare e trasformarsi per poi tornar la stessa di prima. Esperienze importanti che non devono però andar nella direzione di forzare chi invece non desidera sperimentare questi cambiamenti: non tutti, soprattutto i più piccoli , sono disposti a tollerare il fastidio di indossare indumenti nuovi e scomodi che hanno odori e vestibilità sconosciute ( e che si sa: tirano, pizzicano e puzzano!) o di tener per troppo tempo sul viso tinture che possono infastidire e addirittura spaventare.

In particolar modo può capitare che i bambini fino ai tre anni,anche se accade spesso anche ai più grandicelli, possano essere molto spaventati da maschere e travestimenti (così come accade anche a Natale con i Babbi e le Befane); sono paure legittime e che, in quanto tali, vanno accolte,legittimate e mai sminuite o rimproverate. Del resto non avendo ancora sviluppato un pensiero astratto, nella testa di un bambino piccolo “quel che si vede è reale” e in quanto tale si attiva involontariamente ,e per fortuna, il meccanismo (sano e autoprotettivo) della paura.

E allora cosa fare se non vogliono travestirsi?
Come sempre non ci resta che far pace con le nostre aspettative, accettando e legittimando queste resistenze, senza far sentire sbagliato chi non accetta di travestirsi.  A noi adulti ancora una volta spetta il compito di rassicurare i nostri bambini con la vicinanza di sguardi e con parole di conforto, ricordando loro che travestirsi non è obbligatorio e che il loro vestitino, se mai cambiassero idea, resterà lì ad aspettarli, pronto per essere indossato; del resto travestirsi fa bene tutto l’anno!

Roberta Panzeri – Pedagogista